Equosud

Equosud è un’esperienza che fonda il proprio bagaglio e la sostanza politica del proprio agire sull’esperienza delle antiche società di mutuo soccorso, sulle case del popolo, sul diritto agli usi civici delle terre incolte, come sulle moderne reti del commercio equo-solidale, sui gruppi di acquisto, sull’associazionismo critico, fuori dalla ricorrente lamentazione di chi per ragioni d’interesse vorrebbe inquadrare la Calabria sempre e solo come una realtà etnica, territoriale e sociale incline a fenomeni criminosi o, peggio, all’accattonaggio.

Le reti che si sono andate formando negli ultimi anni su tutto il territorio italiano e oltre, testimoniano, al di là della necessità di costruire dal basso esperienze di cooperazione solidale, un rinnovato e diffuso bisogno di autonomia, alimentato dal principio di fondo che da più di un secolo e mezzo anima i movimenti per la costruzione di una società più giusta, equa e libera: il rispetto della dignità umana di tutte le persone, quindi anche (e soprattutto) di chi lavora.

Se è indiscutibile che nell’ultimo decennio i Gruppi di Acquisto Solidale hanno rappresentato le fondamenta di una nuova economia solidale, è altrettanto evidente la necessità di transitare a una nuova fase, quella della formazione di laboratori politici per la “nascita” di nuovi produttori. Che abbiano cioè una funzione di stimolo sia sul piano quantitativo che qualitativo.

Le botteghe, dunque, come luoghi di incontro, confronto, socializzazione, autoformazione, oltre naturalmente che di consumo critico e d’acquisto.

Solo estendendo le reti ad altri settori, la potenza costituente di questi nostri tentativi e quindi di Equosud potrà mutarsi in un’alternativa concreta all’annientamento dei corpi e degli antichi saperi, aggrediti dalla crisi globale e dal neoliberismo. Gli ambiti di scambio sarebbero innumerevoli: agricoltura, artigianato, turismo responsabile e cultura.