Cari soci e simpatizzanti, il Pulmino parte per una nuova avventura

E come sempre, il viaggio si fa insieme: è necessario l’aiuto di noi tutti per giungere serenamente alla destinazione.

Il tema è semplice.

Perché non trasformare, a partire dal lavoro dei nostri produttori, le eccedenze estive e invernali degli orti? Per avere succhi, composte, passate e sottaceto con gli stessi prodotti che mangiamo freschi quando sono in stagione. E quindi goderne tutto l’anno. Cibo sicuro evitando sprechi e dando una boccata di ossigeno ai produttori che sosteniamo.
In questi mesi estivi abbiamo assistito ai picchi di produzione degli agricoltori; questo è il periodo in cui la frutta e gli ortaggi giungono al massimo delle loro proprietà nutritive, offrendo il meglio del gusto e il costo più basso. Proprio in estate, invece, gli acquisti di noi soci calano. Ed è normale, visto che molti sono in vacanza.

Chi ci segue, sa che fino a oggi abbiamo realizzato una distribuzione su piccola scala impostando un circuito in cui cerchiamo di avere cura delle persone e del nostro territorio. Lo facciamo coltivando e condividendo prodotti buoni, freschi e salutari, avendo come settore cardine – ma non esclusivo – quello alimentare.

A partire da queste considerazioni, aggiungendone altre, come associazione di produttori e acquirenti, tutti insieme abbiamo sempre pensato: “come chiudere eticamente il cerchio?”.
Negli ultimi anni, ragionandoci sempre più concretamente, soprattutto per l’abbondanza dei prodotti ortofrutticoli nel picco di produzione, ci siamo messi al lavoro.

Ma come? Dove? Con chi?

Abbiamo colto l’occasione appena si è presentata: un bando regionale, scritto con la collaborazione del carcere di Massa Marittima. Con molta sorpresa, con gioia e con un po’ di preoccupazione, un giorno abbiamo letto “Progetto approvato con D.D.R. 18515/18 con il contributo di Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Toscana”. Il nostro progetto era stato finanziato.

Quindi con i detenuti, dentro al carcere di Massa Marittima. Con l’aiuto di professionisti del settore con molta esperienza. Creando tutti insieme un laboratorio di trasformazione alimentare dove siano gli stessi detenuti a lavorare per dare vita al cibo trasformato.

Ci apriremo anche a tutte le collaborazioni etiche e sostenibili del territorio, perché questa iniziativa possa arrivare a tutti: un vero progetto di promozione di tutti i nostri valori, che non sono solo quelli alimentari.

Volevamo chiudere questo cerchio in modo significativo. Ecco perché ora è importante essere ancora tutti insieme, aiutando noi per primi la partenza di questa impresa che abbiamo così tanto promosso.

Cosa abbiamo già fatto

Cosa significa creare un laboratorio per la trasformazione alimentare dentro al carcere? Dare una opportunità, una scelta – più di una – a chi sta per uscirne fuori e a chi sta ancora dentro.

Un lavoro, una preparazione professionale, possono fare la differenza per chi, tra i detenuti, vorrà e saprà dare una svolta alla propria vita. Noi del Pulmino pensiamo alla libertà: di incanalare le energie, le capacità e i pensieri in un percorso costruttivo, l’occasione per sentirsi utili e importanti entrando nella società e nel mondo del lavoro alla fine della pena, e faremo di tutto perché lo sia.
E perché sia anche libertà da cortocircuiti mentali in cui sembra non esserci un orizzonte, dalla mancanza di prospettive, dalla disistima di se; sperando che il progetto si trasformi in futuro in realtà stabile, che aiuta a liberarsi civilmente dalle forme di povertà.

Non siamo soli, per fortuna. Il Cpia di Grosseto – Centro per l’istruzione degli adulti – formerà i detenuti e sarà una grande occasione non solo per imparare come funzionano certe macchine o le sequenze di lavorazione. Si imposterà una preparazione specifica sui temi dell’alimentazione, in rapporto alla salute e alla sostenibilità ambientale e territoriale, per collocare tutta questa azione in un quadro più ampio, che sviluppa le capacità di visione e non solo quelle di esecuzione.

Competenze professionali, competenze sociali, un lavoro che comporta la assoluta necessità di fare squadra, pena il fallimento del prodotto. Un vero momento di crescita e di educazione alla legalità.
Di fatto un contrasto attivo alla recidiva, perché si offrono strumenti che possono essere usati una volta fuori dal carcere per trovare lavoro. Perché il progetto, per come lo abbiamo strutturato, fa entrare i soggetti in una comunità di persone che instaurano relazioni. È il minaccioso vuoto di legami all’uscita dal carcere, a fine pena, l’emarginazione, il migliore amico della recidiva.

Tutto questo sta prendendo forma, finalmente, ma il compimento avviene con la condivisione dei soci, e con un po’ dei nostri denari. Che vengono investiti nel cibo che arriverà sulla nostra tavola in una nuova forma. Lo stesso cibo, spesso gli stessi produttori, il nostro territorio, ma una opportunità nuova di conservare le nostre derrate. E renderle disponibili nel corso dell’anno.

Nel frattempo, cosa abbiamo già realizzato? Una convenzione con la Casa Mandamentale di Massa Marittima per avere in comodato un locale all’interno della struttura carceraria, da adibire a laboratorio; tale convenzione è stata firmata assieme a Slow Food, nostro partner, che da anni lavora dentro al carcere, con un patrimonio di conoscenze da mettere a disposizione e grande qualità degli interventi già effettuati.

Quindi abbiamo creato una squadra di lavoro

Aiutati da Riccardo, che dirige il laboratorio di trasformazione da cui escono i prodotti “DiSanaPianta” – una qualificata azienda di trasformazione della Val Sangone, vicino a Torino – e che ci sta guidando nell’impostazione del laboratorio e nell’acquisto delle attrezzature, siamo partiti. Visitando il sito disanapianta.bio si capiscono immediatamente qualità e innovazione della gamma di prodotti biologici, biodinamici, nutraceutici, senza zuccheri raffinati, con una linea vegana, dal marchio “DiSanaPianta”.
Il Pulmino non sta per copiare i prodotti, a noi preme arrivare a un livello qualitativo importante.

Nella squadra ci sarà anche Nicola, agronomo e microbiologo, nostro socio da anni, qualcuno se lo ricorderà come tesoriere del Pulmino. Con lui, che ha già seguito le pratiche per aprire altri laboratori di trasformazione in questa zona, avremo il supporto per preparare i piani sulla sicurezza.

Infine Margherita, che dirigerà il laboratorio; una docente, cuoca, con esperienza di lavoro insieme ai detenuti: una garanzia per capacità professionale e relazionale.

Inoltre abbiamo di già tutte le attrezzature principali, acquistate da noi o messe a disposizione con comodato gratuito da parte del carcere, i lavori di messa a norma del laboratorio sono già a buon punto, presto termineranno.

Cosa serve ora?

Condivisione, quella su cui si basa la nostra associazione. Vogliamo elencare le azioni principali con cui possiamo aiutare il progetto e quindi aiutarci tra noi?

1. abbiamo bisogno del calore di chi segue gli sviluppi, restando informato;
2. come soci, decidiamo insieme cosa e come produrre, fino a scegliere anche il formato dei vasetti. Entro i limiti di normative e attrezzature, possiamo produrre: passate, composte, succhi di frutta, sottaceti (ciò che va sotto il nome di conserve vegetali acide) che si confezionano poi in olio evo;
3. abbiamo bisogno del feed-back di tutti, proprio tutti: se un prodotto è piaciuto, se è da rivedere, e perché. Suggerimenti;
4. tutti possiamo aiutare secondo le nostre capacità e professionalità;
5. infatti in questo momento servono due volontari, per mezza giornata, per imbiancare il laboratorio in completamento dentro il carcere;
6. fondamentale, lo sappiamo, fare il preacquisto dei prodotti da parte di tutti i soci.

Perché un preacquisto?

Siamo stati finanziati, è vero, una parte dei costi la dobbiamo però sostenere noi; come forse tutti i soci sanno, i nostri bilanci sono in leggero deficit da anni, quindi l’associazione non ha una riserva liquida per fare fronte agli impegni. Ora ci servono 8000 euro.

L’impegno per una piccola associazione come la nostra è serio. Come fare?
Nel procedere teniamo presenti due fattori importanti. Il primo è che circa 3500 euro ci verranno restituiti dalla Regione Toscana alla rendicontazione delle spese, è quindi in sostanza un anticipo.
Il secondo è che con quel denaro compreremo materiale d’uso, barattoli, etichette e materie prime, di fatto un preacquisto sui prodotti che poi potremo gustare e che saranno disponibili a breve visto che la produzione inizierà a ottobre.

Come funziona il preacquisto?

Per i soci acquirenti, pensiamo a dei buoni da 30, 50, 100, 250, 1000 euro, da iniziare a utilizzare a partire da novembre.

Stiamo anche pensando al Natale, vorremmo dare a tutti la possibilità di prenotare una o più confezioni-regalo del valore di circa 15 euro l’una, con i primi prodotti.

I soci produttori, che pensano di trasformare le loro materie prime, possono finanziare le lavorazioni con buoni da 250, 500, 1000 euro.

Infine un progetto più ampio.

Ecco, vorremmo che una volta avviato tutto questo, in modo etico, con produzioni biologiche, preservando fragranza, elementi nutritivi e gusto dei prodotti trasformati, il progetto acquisisse un respiro profondo, allargando gli orizzonti; per questo abbiamo avviato contatti e stiamo ipotizzando collaborazioni basandoci sui diversi apporti che permettano la genuinità e la trasparenza. Non solo del cibo trasformato: un insieme di attività che generino ricchezza professionale e relazionale, per tutti noi.

Siamo insieme, ancora una volta, alla guida del Pulmino nella nostra ambita avventura.